La vertenza sindacale non è altro che una forma particolare di denuncia di controversia di lavoro che viene iniziata dal lavoratore nel momento in cui il datore di lavoro non riconosce i sui diritti, previsti dal contratto di lavoro, dai CCNL e dalla normativa nazionale e regionale.
La vertenza sindacale, nota anche con il nome di vertenza di lavoro, vuole, in un certo modo, tentare una composizione della lite, senza che questa degeneri in una causa di lavoro. Per mezzo della vertenza sindacale, dunque, il lavoratore denuncia al sindacato una determinata situazione lesiva dei suoi diritti. Il sindacato, giudicata la fondatezza della denuncia, provvederà a convocare il datore di lavoro e tenterà una composizione bonaria della vicenda. Vediamo dunque quando e come si può promuovere una vertenza di lavoro con l’aiuto dei sindacati.
Quando Aprire una Vertenza Sindacale
Se il datore di lavoro non paga lo stipendio oppure se invita a firmare una busta paga il cui valore è differente da quello pagato o ancora se il datore di lavoro richiede al lavoratore di firmare le dimissioni in bianco o altri documenti simili, è possibile aprire una vertenza sindacale. Allo stesso modo si può aprire una vertenza sindacale nel caso si riscontrino anomalie nel conteggio di permessi e ferie, come potrebbe essere la cancellazione di ferie non godute o l’indicazione di permessi non reali, piuttosto che nel caso in cui non vengano riconosciute le indennità per astensione obbligatoria. Infine, anche nel caso di errato computo delle ore di lavoro straordinario, mancato pagamento della indennità di fine rapporto oltre che di licenziamento senza preavviso e senza corresponsione dell’indennità sostitutiva, si può aprire una vertenza sindacale.
Tuttavia, considerato che tutti questi casi di mancato rispetto dei diritti del lavoratore sono perseguibili in Tribunale, cerchiamo di capire i motivi per cui il lavoratore dovrebbe aprire una vertenza sindacale. Vi sono tre buone ragioni per aderire alla vertenza sul lavoro, prima di tutto perché costa molto meno che incaricare un avvocato di iniziare una causa visto che generalmente i sindacati prestano tale servizio gratuitamente ai propri iscritti, in secondo luogo perché se si risolve positivamente è molto più veloce rispetto a una causa di lavoro e in terzo luogo perché anche qualora la vertenza non avesse esito positivo, tutto il relativo materiale costituirà documentazione già pronta per la successiva sede giudiziaria.
Come si Svolge Vertenza Sindacale
Detto questo, vediamo come si attiva una vertenza sindacale. Non è necessario attendere il termine del rapporto di lavoro per aprire una vertenza sul lavoro, questa può essere aperta sia durante il rapporto di lavoro che dopo la sua chiusura. Nel caso in cui il lavoratore non veda riconosciuti i propri diritti in termini economici, contrattuali o normativi, deve prima di tutto informare il proprio datore di lavoro con una lettera di diffida. Se questi non aderirà alle richieste del lavoratore, questo potrà quindi rivolgersi alle associazioni sindacali di categoria. Queste, per mezzo dei propri uffici legali, faranno un primo controllo sulle lamentele del lavoratore, per esempio effettuando i conteggi al fine di verificare il mancato rispetto degli accordi economici o raccogliendo prove e testimonianze di quanto dichiarato dal lavoratore.
Nel momento in cui il sindacato avrà terminato la fase istruttoria della vertenza sindacale, prenderà contatto con il datore di lavoro, convocando questi presso l’ufficio del lavoro. L’obbiettivo della convocazione è quello di trovare una soluzione bonaria, di forma conciliativa e transattiva. Trattandosi di una forma di transazione, il collegio di conciliazione prenderà in considerazione sia le motivazioni del lavoratore che quelle del datore di lavoro, la conciliazione, infatti, non vuole giungere a dare ragione a una parte e torto all’altra, ma a trovare una soluzione che in qualche modo contemperi le esigenze dell’uno e dell’altro. Il collegio, che agisce come terzo neutrale e qualificato, proporrà dunque una via di mezzo che potrà essere accettata o meno dal lavoratore, così come potrà essere accettata o meno dal datore di lavoro. Risulta essere molto importante, per entrambe le parti, valutare bene se accettare o meno la proposta transattiva, visto che questa, in caso di mancato accordo, sarà trasmessa al giudice del lavoro il quale ne terrà conto nelle sue valutazioni.
Se la vertenza sul lavoro non giunge ad una soluzione accettata da entrambe le parti in via bonaria, il sindacato trasmetterà la pratica ad un proprio legale di fiducia, il quale seguirà il lavoratore durante tutta la fase processuale.
Costi e Termini Vertenza Sindacale
Come dicevamo, i costi della vertenza sindacale sono quasi nulli per il lavoratore, nel caso in cui il lavoratore sia iscritto al sindacato sarà richiesto unicamente un rimborso per le spese sostenute dal sindacato stesso per istruire la pratica. Nel caso in cui, invece, il lavoratore non sia iscritto al sindacato, sarà richiesto l’adesione allo stesso.
Quanto ai termini, infine, per aprire una vertenza sindacale, il lavoratore ha diritto a adire il sindacato per la tutela dei propri diritti per un periodo di 5 anni, che si contano a partire dal giorno di cessazione del rapporto di lavoro, nel caso di aziende che occupano fino a 15 lavoratori e a partire dal giorno o mese di maturazione della retribuzione richiesta, per le aziende che occupano più di 15 lavoratori.
La vertenza sindacale è quindi uno strumento molto importante.