Sempre più spesso si sente parlare di colloquio motivazionale ma in molti non sanno di cosa si tratta. Questa nuovo approccio delle aziende è comparso negli Stati Uniti e, con il tempo, si è diffuso anche da noi, trovando terreno fertile in conseguenza alle teorie sulla ricerca della soddisfazione da parte del singolo.
Vediamo, in sintesi, cosa si intende effettivamente con colloquio motivazionale. Nello specifico si tratta di una tecnica utilizzata da tutte quelle professioni che si dedicano al sostegno e all’aiuto dell’altro. In particolare è caratterizzato da tre elementi, ognuno dei quali può considerarsi fondamentale. Per prima cosa, questo colloquio è collaborativo e si prefigge lo scopo di andare a indagare nel mondo interiore dell’esaminato. In secondo luogo, poi, questo tipo di colloquio ha lo scopo di portare in superficie i valori e le aspirazioni del singolo senza, però, la spinta di motivazioni provenienti dall’esterno. Conclude il tutto la consapevolezza che il cambiamento è un processo autonomo. Questo significa che la persona sarà libera di seguire i consigli o rifiutarli secondo il suo libero arbitrio e la condizione del momento.
Stabiliti gli elementi fondamentali di questa nuova tecnica, ci rendiamo conto che, come abbiamo accennato all’inizio, è sempre più frequente e meno insolito vederla applicata anche al mondo del lavoro. In modo particolare, non dovrete stupirvi se vi sarà richiesto di sostenere questo tipo di colloquio durante la selezione per una posizione professionale, sia che siate già assunti sia che veniate dall’esterno. In questo campo specifico, i tre elementi fondamentali che abbiamo appena descritto, vengono applicati per capire soprattutto la reale motivazione del candidato per il lavoro ambito e la sua predisposizione caratteriale e psicologica. In questo modo, per esempio, si cerca di evitare abbandoni improvvisi dopo un breve periodo di prova o di sottoporre un impiegato a un livello professionale superiore rispetto a quello veramente in grado di sostenere. Risulta essere così, dunque, che di pari passo, si dovrebbe costruire il profitto di un’azienda e la soddisfazione dei suoi professionisti.
A questo punto, però, sorge spontaneo un interrogativo, quello relativo a cosa bisogna fare per affrontare e superare un colloquio motivazionale. Iniziamo con il dire che, almeno in questo caso, non è necessaria una preparazione specifica. Comunque sia, però, vale la pena sapere esattamente come si svolge il colloquio e le sue tempistiche. Tutto ha inizio fin dalla chiamata di convocazione, per questo motivo si consiglia di prestare attenzione a quanto sarà detto. Nel caso vi trovaste in difficoltà o in una situazione in cui è impossibile avere un ascolto buono o prendere appunti, è preferibile sempre chiedere di potere essere richiamati. Meglio una telefonata in più che rischiare di sbagliare. Fatto questo, poi, ricordatevi di annotare sempre un nominativo cui fare riferimento una volta giunti alla sede del colloquio.
Una volta arrivati nell’ufficio del vostro esaminatore, comincia il colloquio vero e proprio in cui si noteranno le prime differenze rispetto ai metodi più classici e vecchio stampo. Questo significa che il vostro curriculum sarà esaminato attentamente non solo dal punto di vista della preparazione. Anzi, partendo da queste basi, si procederà verso un’area più privata e personale. Per esempio, riguardo al percorso universitario, potrebbero essere poste delle domande riguardo ai motivi alla base di una determinata scelta di studi, ai rapporti sociali con professori e colleghi e, per finire, anche al metodo di studio adottato. Non lo avreste mai detto ma, come potete notare da questi brevi accenni, il vostro curriculum può dire molto di voi. Anche quello che non vi sareste mai aspettati di dovere discutere in fase di selezionamento. Allo stesso modo, poi, saranno prese in considerazioni le esperienze lavorative passate, concentrandosi sulle mansioni e, soprattutto, sulle modalità, professionali e personali, con cui queste sono state svolte nel corso degli anni.
Anche in questo caso potrebbero essere poste domande sul rapporto con i colleghi e con la leadership. L’indagine, vista in questo senso, serve soprattutto per stabilire se il candidato è in possesso di doti personali necessarie per lavorare in team o, se, per esempio, ha una personalità poco incline ad accettare le opinioni altrui, alla crescita attraverso la condivisione e, quindi, a seguire e conseguire un risultato comune. Ovviamente molto dipende dalle necessità dell’azienda e dal tipo di posizione vacante. Nel caso, poi, si presentasse un candidato interno proveniente da un altro settore o con il desiderio di cambiare completamente mansioni, è più che doveroso aspettarsi di essere interrogati sulle motivazioni che sono alla base di questa crescita. Ovviamente è possibile prepararsi sommariamente a questo tipo d’incontro, anche se, per quanto riguarda le vostre caratteristiche personali, non sarà certo facile barare o mentire per ottenere il posto. Anzi, non è assolutamente consigliato, visto che potreste rischiare di trovarvi in una situazione professionale sgradevole e inadatta, causando difficoltà a voi e all’azienda, costretta a riprendere le ricerche.