In questo guida spieghiamo come diventare analista finanziario.
Se siete dei tipi analitici e il mondo della finanza non ha molti segreti per voi, allora sembrate naturalmente votati a svolgere le funzioni di un Analista Finanziario. A parte le facili conclusioni, questo ruolo professionale non è sicuramente tra i più semplici e richiede, inevitabilmente, un connubio perfetto tra preparazione, esperienza sul campo e talento o propensione naturale.
Dati per certi tutti questi elementi, però, che possono essere applicati anche a molte altre professioni, vediamo quali compiti svolge effettivamente un analista finanziario. Nello specifico si tratta del professionista a cui è affidata la responsabilità di fornire la prima valutazione su ogni decisione di carattere finanziario che, ovviamente, interessa o riguarda da vicino l’azienda per cui lavora.
In sostanza i compiti di un Analista Finanziario prevedono il controllo della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda, senza dimenticare l’impiego della liquidità, la raccolta delle informazioni sul bilancio aziendale e la stima dei valori immobiliari, oltre a gestire i rapporti con gli istituti di credito. Chiude la lista la scelta dell’asset allocation, ossia la composizione del portafoglio di valori immobiliari, e il timing, nello specifico la tempistica di entrata e di uscita dai mercati. Questo deve avvenire soprattutto nel caso di aziende con liquidità da gestire.
A questo punto è chiaro che l’analista finanziario svolge il suo lavoro prevalentemente presso una sola azienda come occupazione dipendente. Questo, infatti, rende i risultati professionali indubbiamente migliori, considerato il fatto che si arriva a conoscere e padroneggiare al meglio la situazione di una determinata azienda, riuscendo anche a sfruttare al massimo le sue potenzialità e a coprire i punti deboli. Nonostante questo, però, non è raro trovare la possibilità di svolgere la professione anche in modo autonomo da libero professionista, diventando il consulente finanziario al servizio di più imprese, tra pubblico e privato. In questo caso, però, è essenziale potere contare su una solida esperienza per fare fronte a diverse condizioni e situazioni. Considerati tutti i lati positivi e negativi, dunque, si consiglia, per i primi anni di lavoro, di diventare dipendenti di una sola azienda per costruire la professionalità necessaria per agire, successivamente, su più fronti.
A questo punto si è arrivati al centro della discussione, ossia le competenze tipiche e irrinunciabili di un analista finanziario. Per prima cosa, un buon analista deve conoscere gli adempimenti fiscali e societari, senza trascurare un aggiornamento costante per quanto riguarda alcune materie, come la legislazione fiscale, tributaria e doganale. Ultimamente, poi, con il diffondersi delle transazioni in tempo reale sui mercati mobiliari internazionali, non è possibile lavorare in maniera adeguata senza conoscere i sistemi informatici di trasmissione dati, oltre di compravendita online. Dovendo, inoltre, muoversi a livello internazionale, non può mancare anche una conoscenza quasi perfetta della lingua inglese.
Grazie a tutte queste conoscenze, un analista finanziario dovrebbe riuscire a esaminare i bilanci e gli andamenti finanziari, i titoli, i rendimenti e la struttura dell’azienda cui appartiene. Utilizzando al meglio tutti questi elementi, infatti, è possibile gestire gli interessi della società dirigendoli verso le migliori opportunità e gli investimenti più vantaggiosi. Chiudiamo la descrizione delle competenze di un analista finanziario con una dote quasi naturale, come la capacità di studio e di approfondimento di tutte le informazione raccolte. Non si tratta, certo, di un aspetto secondario visto che, senza questo particolare talento, non sarebbe possibile, dare un significato o trovare il filo conduttore tra cifre e andamenti di mercato.
Inutile dire che per avere anche solo una possibilità per affrontare questa professione, è necessaria la giusta preparazione di base. In particolare i candidati migliori devono avere ottenuto una laurea in economia e commercio con una specializzazione in analisi finanziaria. In questo caso, però, la preparazione universitaria sembra essere solamente la base di partenza. Come abbiamo accennato all’inizio di questa guida, infatti, un ruolo fondamentale è svolto dalla pratica che, almeno in questo caso, si traduce nel lavorare all’interno di società di intermediazione finanziaria e di gestione del risparmio o di trading a livello internazionale. Visto, poi, che il panorama finanziario e i mercati sono sottoposti a delle continue variazioni, non è possibile raggiungere e mantenere alti livelli professionali senza accedere, sistematicamente, a dei corsi di aggiornamento sia per quanto riguarda la realtà nazionale che internazionale. Tra i più accreditati ci sono quelli organizzati dall’AIAF, ossia l’Associazione Italiana Analisti Finanziari. Nel caso, poi, si volessero delle alternative, è possibile dirigersi verso un grande numero di Master che si tengono sia in Italia sia all’estero.
Ovviamente, più è dettagliata e approfondita è la preparazione, maggiori saranno le possibilità di aspirare a una carriera ricca di soddisfazioni. Tanto per fare chiarezza sul tipo di percorso da compiere, chiariamo che il primo passo all’interno di una determinata azienda sarà come Analista generico. In seguito, poi, è possibile accedere al ruolo di Analista Junior, per poi diventare Analista Senior fino a raggiungere il ruolo di Analista Manager. A questo punto, dopo avere sommato una serie di esperienze, è possibile riflettere sulla possibilità di lavorare come libero professionista per più di una realtà aziendale.