In questa guida mettiamo a disposizione un fac simile di contratto di stage e spieghiamo quali sono le caratteristiche principali.
Per molto tempo la preparazione universitaria non ha previsto alcuna incursione nel mondo del lavoro lasciando, in questo modo, i neo laureati troppo soli e allo sbaraglio alla fine del corso di studi. Con il tempo, dunque, si è capito quanto fosse necessario acquisire un’abitudine presente in altri paesi per cui la preparazione accademica deve essere affiancata da un periodo di pratica all’interno di aziende. In questo modo si offre un tipo di preparazione completa e, soprattutto, si aiutano gli studenti a costruire un curriculum ancora prima di affacciarsi al mondo del lavoro, venendo a contatto anche con persone utili per il futuro. Stiamo ovviamente parlando degli stage, termine a cui siamo diventati sempre più abituati. Nonostante questo, però, ci sono ancora dei dubbi riguardo alla validità di questa consuetudine e, soprattutto, ai vantaggi e agli svantaggi. Iniziamo con il dire che alla base di tutto c’è un accordo tra aziende e istituti di formazione, come quelli universitari. Lo scopo di queste esperienze, poi, è fondamentalmente quello di ottenere un successivo inserimento all’interno della struttura in cui si è svolto lo stage, anche se la realtà dei fatti è spesso diversa.
Parlando di aziende, però, vediamo quali sono quelle abilitate a organizzare uno stage. Sono gli enti pubblici, le organizzazioni no profit e le aziende private. Altre regole prevedono che, se l’azienda in questione ha più di 20 dipendenti, il numero di stagisti non può essere superiore al 10% dei dipendenti. Per quanto riguarda la durata, poi, è variabile, visto che può andare da un minimo di tre mesi fino a un massimo di un anno. A questo punto, però, siamo arrivati alla nota dolente di qualsiasi rapporto lavorativo, che non esclude nemmeno la realtà degli stage. Stiamo parlando del contributo, ossia della possibilità di ricevere uno stipendio misurato all’impegno assunto. Iniziamo con il dire che possono essere previsti dei rimborsi spese, ma questa decisione è lasciata esclusivamente all’ente erogatore. Da questa poche righe, dunque, si capisce che, almeno nel nostro paese, lo stage non rappresenta certo un affare economico per il giovane lavoratore. Tanto vale, dunque, cercare di sfruttare pienamente l’esperienza per costruire una catena di contatti e approfondire alcuni aspetti professionali.
Adesso, però, vediamo quali caratteristiche devono essere presenti per attivare uno stage in azienda. Prima di tutto è fondamentale l’esistenza di un contratto basato sulla convenzione stipulata tra l’ente promotore e il soggetto ospitante. In questo deve essere incluso il progetto formativo stilato dal soggetto ospitante. Inoltre il progetto formativo deve essere firmato dal soggetto ospitante, dal tirocinante e dall’ente promotore. Questo, poi, deve inviarne una copia alla Regione, al Ministero del Lavoro e alle rappresentanze aziendali. Stabilita la parte burocratica e contrattuale, ricordiamo anche che lo svolgimento del progetto e il tirocinante non sono certo lasciati a loro stessi. In teoria tutto lo svolgimento dovrebbe essere controllato dal tutor aziendale e dal tutor del soggetto promotore ossia, tanto per fare un esempio, dell’Università. Per quanto riguarda il tutor aziendale, invece, è, molto semplicemente, un dipendente dell’azienda che ospita lo stage e che è nominato responsabile del progetto.
All’interno del contratto di stage devono essere messi in evidenza vari aspetti come la sua durata e l’eventuale rimborso spese. Per quanto riguarda la tempistica, poi, questa deve sottostare a dei limiti di tempo che sono stati organizzati con precisione a secondo del livello scolastico del tirocinante. Ricordate bene un particolare importante, però. Uno stage non costituisce rapporto di lavoro, almeno non per noi. Questo significa, dunque, che non è prevista alcuna retribuzione. Ovviamente il soggetto ospitante potrebbe prevedere un rimborso spese con tanto di ritenuta d’acconto del 20 %. Ovviamente sono molti i vantaggi di cui possono godere le aziende ospitanti. Secondo la legge Treu, per chi ospita giovani provenienti dalle zone del sud Italia, sono previsti rimborso totale o parziale delle spese sostenute per vitto e alloggio del tirocinante. Inoltre, poi, possono avere una visione privilegiata delle giovani generazioni di lavoratori e vedere, prima di un’effettiva assunzione, quali sono gli elementi effettivamente validi o più adatti al lavoro e alle politiche aziendali. Ovviamente non è mai certa un’assunzione, nemmeno in caso di esperienza positiva.
Da quanto detto fino a qui, sono piuttosto chiari i limiti e gli svantaggi presentati dai contratti di stage per i tirocinanti. Infatti, oltre a non applicare i minimi contrattuali classici, spesso le aziende sfruttano questa possibilità in periodi particolari dell’anno in cui si trovano in carenza di personale. Per non parlare di chi approfitta per avere forza lavoro a costo zero o imporre delle attività che sono dequalificanti e che in nulla possono arricchire la conoscenza professionale del tirocinante. Per comprendere questa tendenza poco edificante, soprattutto per i più giovani, basta concentrarsi su un particolare, inserire uno stagista è pratica più economica di assumere un collaboratore. Dunque, non è raro che gli stagisti insoddisfatti continuino a guardarsi introno, cogliendo al volo l’occasione migliore per cambiare lavoro e interrompere un percorso decisamente poco produttivo.
Stabiliti i rischi, adesso vediamo chi può accedere a uno stage e, soprattutto, i vari promotori. Iniziamo con il dire che i tirocini sono rivolti, secondo la legge 1859/62, a tutti quelli che sono in possesso di un titolo di studio, ai disoccupati o inoccupati, ai cittadini della Comunità Europea e agli extracomunitari, nel caso esista il principio di reciprocità. Possono, invece, promuovere questi tirocini varie strutture come centri, agenzie e sezioni circoscrizionali per l’impiego, istituti e università che rilascino titoli accademici, provveditorati agli studi, enti pubblici che si occupino della formazione professionale e dell’orientamento al lavoro, organismi formativi privati, senza fini di lucro e le comunità terapeutiche e le cooperative sociali.
Il promotore di un tirocinio, poi, ha anche degli oneri che devono essere sostenuti nei confronti dei soggetti cui è rivolto lo stage stesso ,come quello di definire il progetto formativo e la stipulazione del contratto. Con questo passo il soggetto promotore ha il dovere di farsi garante per l’andamento dello stage. In fondo è come se rappresentasse il tirocinante a partire dai primi passi, assumendosi anche il compito di stabilire le regole e le varie opzioni tenendo in considerazione il benessere professionale dei ragazzi. Il consiglio, comunque, è quello di soppesare bene il progetto in prima persona, valutare i vantaggi e gli svantaggi per prendere una decisione in qualche modo positiva per il futuro lavorativo.
La possibilità di incorrere in esperienze negative non è certo improbabile. Come abbiamo accennato in precedenza, infatti, alcune aziende continuano a utilizzare la possibilità di ospitare stage per ottenere forza lavora in modo praticamente gratuito. Per questo motivo è opportuno scegliere aziende conosciute e che hanno alle spalle una lunga collaborazione con l’ente interessato. Come passo finale, poi, prima di accettare o rifiutare la possibilità del tirocinio, sarebbe opportuno ascoltare l’esperienza di chi ha già terminato il proprio periodo di stage nell’azienda.