L’esperto in commercio estero si occupa dello sviluppo delle vendite all’estero, e dall’estero, seguendo, a seconda degli incarichi affidati, l’evoluzione del mercato commerciale italiano, europeo o mondiale.
Le sue principali mansioni sono
-aggiornarsi costantemente sulla normativa doganale e valutaria che riguarda il prodotto commercializzato e il Paese in cui viene collocato;
-mantenere i contatti con i potenziali clienti per lo sviluppo delle vendite in Italia e all’estero;
-condurre le trattative di vendita, definendo le condizioni di costo del servizio;
-decidere la quantità e la tipologia di trasporto, i tempi di consegna e le modalità di pagamento dei prodotti da trattare.
Lavora generalmente in società di import-export, dette Trading Company di tipo specializzato, se commercializzano solo prodotti di determinati settori o Trading Company di tipo generale, se trattano prodotti appartenenti a più settori merceologici. A seconda del tipo di società questo professionista viene anche chiamato Trader di settore o General trader.
Generalmente l’esperto in commercio estero lavora come dipendente presso piccole e medie imprese esportatrici, consorzi e associazioni impegnati nei processi di internazionalizzazione.
Più rari invece i casi di lavoratori autonomi, i cosiddetti Trader di settore, che, dopo aver acquisito una solida esperienza sul campo, riescono a creare un’adeguata rete di conoscenze e di collaborazioni, fondamentale per intraprendere il lavoro in proprio.
A sua volta può egli stesso diventare imprenditore, aprendo un’azienda di import-export.
Per esercitare questa professione, dunque, occorrono buone capacità di vendita in ambiente internazionale, rapidità decisionale, facilità di comunicazione e spirito di adattamento a una vita anche stressante. L’esperto in commercio estero, infatti, non opera solo in ufficio, ma deve spesso effettuare lunghe trasferte all’estero.
Da quello che è stato detto la conoscenza delle lingue straniere, in particolare dell’inglese, è fondamentale per lavorare in questo campo e, al tempo stesso, è indispensabile seguire un percorso di studi a indirizzo commerciale.
La formazione scolastica può iniziare già a livello di scuola secondaria di secondo grado. La riforma dell’istruzione prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Tecnico – Settore economico – Indirizzo amministrazione, finanza e marketing. Il percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.
Risulta essere poi consigliabile orientarsi verso una laurea in discipline economiche o giuridiche.
Per quanto riguarda la formazione universitaria, l’offerta formativa è piuttosto varia e le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuite direttamente dalle università, per cui risulta difficile elencare tutti i corsi attivati dalle varie facoltà. È consigliabile, quindi, rivolgersi direttamente alle segreterie delle università per ottenere informazioni specifiche o visitare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Si segnalano a titolo indicativo alcune classi di laurea di primo livello, in discipline economiche, che costituiscono titolo preferenziale per l’accesso alla professione
-L18 – Scienze dell’economia e della gestione aziendale
-L33 – Scienze economiche
-L36 – Scienze politiche e delle relazioni internazionali.
Anche le Regioni organizzano corsi di formazione professionale, a vario livello e di diversa durata, per esperti nel commercio estero. Generalmente si tratta di corsi gratuiti di durata annuale, riservati a diplomati o laureati. Per informazioni rivolgersi agli Informagiovani locali.
La professione di esperto in commercio estero non ha ancora ricevuto un riconoscimento giuridico. Pertanto non esiste una legge nazionale di riferimento né un albo ufficiale a cui iscriversi.