In questa guida spieghiamo come diventare interprete.
Da molti anni è ormai chiaro che la conoscenza di lingue straniere è un elemento importante da aggiungere al proprio curriculum e per ampliare la propria professionalità. Nell’ultimo periodo, poi, con le frontiere del lavoro sempre più aperte e la necessità di dimostrare una capacità interpretativa e comprensiva di livello elevato, dedicarsi all’apprendimento di un’altra lingua rispetto alla propria è importante. Non fosse altro per le diverse prospettive professionali in grado di aprire. Una di queste è la posizione dell’interprete, probabilmente una delle attività più interessanti e stimolanti legate all’apprendimento linguistico. Certo è che, a differenza di una buona padronanza della lingua parlata, sapere tradurre, soprattutto per quanto riguarda documenti tecnici e libri, non è certo un’attività cui approcciarsi con leggerezza. Infatti, sia che ci si confronti con un testo scritto che con una conversazione, è fondamentale avere una profonda conoscenza di tutte le sfumature di una lingua straniera, per rendere al meglio il senso e l’atmosfera di quanto viene raccontato.
Stabilito questo, poi, la figura dell’interprete deve affrontare un’ulteriore difficoltà rappresentata, il più delle volte, dal poco tempo a disposizione visto che si richiede una traduzione in tempo reale. Risulta essere vero, però, che ci sono una serie di soddisfazioni e vantaggi capaci di rendere questo lavoro incredibilmente interessante. Prima di tutto, infatti, la possibilità di lavorare in ambienti internazionali particolarmente stimolanti, la possibilità di abitare in altri paesi se non, addirittura, il piacere di partecipare a eventi politicamente importanti come le riunioni del parlamento europeo. Dunque, un interprete può operare in vari ambiti, tra cui quello del freelance che collabora con varie aziende private, curando i rapporti con le sedi estere, quello istituzionale, come abbiamo appena detto, per finire con il ruolo di conferenziere in cui le qualità di interprete simultaneo vengono messe a dura prova. Terminata la carrellata sulle diverse possibilità professionali, è il momento per vedere nel concreto quali passi compiere per diventare interprete rispondendo a tre domande fondamentali.
La prima non va ancora a sondare la preparazione ma si concentra sui talenti naturali. Dunque, vediamo quali qualità o predisposizioni bisogna avere per diventare dei buoni interpreti. Essenziale, se non addirittura irrinunciabile, è un chiaro interesse nei confronti delle lingue e lo studio che le riguarda. Altrettanto importante, poi, è un naturale talento nell’apprendere sonorità nuove.Risulta essere risaputo, infatti, che non tutti riescono a apprendere una lingua con la stessa facilità, riuscendo a parlare e comprendere agevolmente. Dunque, per iniziare a percorrere la via che porterà verso un futuro da interprete basterà avere testato la propria naturale predisposizione. Non c’è bisogno di sottoporsi a test specifici, il più delle volte è sufficiente una vacanza all’estero, la facilità, o meno, con cui si vedono i film o le serie preferite in lingua originale, oltre alla capacità di assumere un preciso accento. In un certo senso si tratta di senso del ritmo e della musicalità.
Stabilito il proprio talento, è la volta di affinarlo e renderlo professionale attraverso una preparazione specifica. Nella pratica, vediamo come si diventa un interprete. Iniziamo con lo specificare che non esiste una sola strada da seguire. Tutto può iniziare frequentando alcune scuole specifiche. In questo caso, però, è fondamentale accertarsi che il diploma sia riconosciuto nel proprio paese e, soprattutto, a livello internazionale. Fondamentale, poi, è affiancare lo studio a un periodo di stage da compiere, magari, all’estero o in una struttura internazionale. Per chi desiderasse una preparazione più accademica, invece, la strada più naturale è seguire un corso triennale linguistico per poi dedicarsi, nella specialista, all’interpretariato. Ricordatevi, poi, che se desiderate diventare dei traduttori simultanei è necessario seguire, magari dopo il diploma di liceo linguistico, la scuola specifica riconosciuta anche all’estero. Questa, dopo quattro anni di preparazione, porta a sviluppare tutte le qualità necessarie per tradurre in velocità e con precisione, soprattutto durante le conferenze.
Il terzo punto rappresenta un elemento indubbiamente interessante che, nel corso degli anni, ha reso questo lavoro particolarmente appetibile. Ovviamente stiamo parlando del possibile guadagno. Partendo da un livello alto, ossia di un professionista affermato, lo stipendio si aggira intorno ai 400 euro il giorno. Effettivamente si tratta di compensi piuttosto alti, considerato anche il fatto che, per giornata lavorativa non si intende solamente quella in cui si traduce, ma anche i giorni precedenti dedicati alla preparazione e alla conoscenza dell’argomento che si andrà a affrontare. Da qui si capisce chiaramente come la professione richieda un livello elevato di cultura generale e una predisposizione all’approfondimento. In questo caso, infatti, è assolutamente vietato improvvisare. Ovviamente le cifre che abbiamo preso come termine di paragone e analisi riguardano dei professionisti conosciuti e apprezzati nel settore. Quando si inizia è necessario sottoporsi a una giusta gavetta. Il che non vuol dire cedere allo sfruttamento o lavorare gratis, ma accettare dei pagamenti proporzionati alla propria esperienza, sfruttando ogni occasione di lavoro come una possibilità in più per carpire i famosi segreti del mestiere.