In questa guida spieghiamo come diventare energy manager.
Un energy manager è un consulente che opera presso enti pubblici o aziende private quale responsabile della gestione dell’energia, con l’intento di favorire un utilizzo razionale delle risorse, orientato verso l’abbattimento dei costi e la tutela dell’ambiente. Si tratta di una figura tecnica e professionale piuttosto recente, creata in Inghilterra e ora presente anche Italia, che può lavorare sia come dipendente che come libero professionista, ed è legata ad un’attenzione sempre più radicata nei confronti delle politiche ambientali, del rispetto dell’ecosistema e dell’utilizzo consapevole delle fonti di energia.
Considerando il suo ruolo di addetto all’ottimizzazione dei consumi, allo sviluppo di un’educazione rivolta verso il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente e del territorio, allo studio e allo sfruttamento delle fonti di energia rinnovabili e sostenibili, l’energy manager deve quantificare i consumi di combustibile all’interno di una determinata area, valutare gli impatti sull’ambiente e sincerarsi che le norme legislative vengano rispettate, e che i progetti nell’ambito delle politiche ambientali vengano sviluppati corrrettamente. Risulta essere un professionista abilitato e deve necessariamente essere iscritto in un apposito elenco, il suo compito può anche essere quello di coinvolgere e orientare i cittadini verso un utilizzo razionale dell’energia, al fine di ridurre i costi e di rispettare la natura e l’ecosistema.
Per intraprendere questa affascinante professione, è possibile percorrere diverse strade, anche se la più completa è una laurea in ingegneria o in architettura, orientata verso le tematiche ambientali e le risorse energetiche, e seguita eventualmente da un master che affronti i temi inerenti alla gestione e ottimizzazione dell’energia. In alternativa al percorso universitario, dopo un diploma tecnico o una laurea, è possibile seguire uno dei corsi professionali organizzati da enti statali, quali possono essere l’Enea, che opera nel contesto delle nuove tecnologie e dell’ambiente, e la Fire, Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia. Entrambe le istituzioni propongono corsi intensivi della durata media di una settimana, e costituiscono un ottimo strumento per entrare nel mondo del lavoro in questo settore, visto che frequentando questo tipo di corsi i partecipanti possono entrare in contatto con le aziende che richiedono la consulenza di un energy manager qualificato. Per esercitare questa professione è infatti necessario essere in possesso di una certificazione rilasciata da un ente autorizzato, che possa attestare le effettive competenze del tecnico. Durante il corso, gli studenti apprenderanno le tecniche per effettuare una precisa analisi dei consumi energetici, ed impareranno a conoscere e ad applicare correttamente le norme legislative, sia in fatto di energia e consumi che di tutela dell’ambiente, ricevendo al termine un attestato.
Lavorando alle dipendenze di un’azienda, o come libero professionista, il compito di un energy manager è quello di redigere e gestire un preciso bilancio energetico, monitorando i consumi sia delle attività produttive che dell’edificio, con l’obiettivo di ridurre al minimo i consumi e garantire il rispetto degli standard di efficienza energetica. Per giungere a questo risultato, l’energy manager deve analizzare continuamente i dati relativi al consumo e al fabbisogno di energia, e regolare con estrema precisione i consumi operando in maniera tale da ridurli e ottimizzarli, orientandosi verso le strategie migliori, dall’installazione di impianti alla scelta di utilizzare fonti di energia alternativa e rinnovabile. In relazione al fatto che oggi la presenza dell’energy manager è obbligatoria negli ambienti dove il consumo energetico superi i 10 mila tep all’anno, il tep è un’unità di misura il cui significato è tonnellate equivalenti di petroli, è facile intuire che si tratti di una figura professionale dalle profonde competenze e destinata ad affermarsi sul mercato del lavoro.