In questa guida spieghiamo come diventare consulente finanziario.
Nel linguaggio quotidiano sono ormai entrati dei termini e delle specifiche professionali che, pur ricorrendo con una certa facilità, possono non essere del tutto chiari. Tra le professioni più attuali, per esempio, c’è quella del consulente finanziario, piuttosto comune eppure poco comprensibile per molti. A questo punto, la domanda principale è relativa a cosa risulta essere l’attività di un consulente di questo tipo. La risposta che segue può interessare sia chi desidera avere maggiore chiarezza sul ruolo che chi vuole avvicinarsi alla professione. Iniziamo con il dire che questa figura è fondamentalmente un esperto dei mercati finanziari e ha una buona conoscenza dei prodotti per gli investimenti più importanti. Il fine, ovviamente, è quello di consigliare i propri clienti riguardo agli investimenti migliori da fare. In questo senso possiamo dire che il consulente finanziario si rivolge sia a una fascia alta di investitori che a clienti medi che intendono fare fruttare i propri risparmi.
Dunque, questa professione, anche se si aggira in un ambito ancora misterioso per molti e parla un linguaggio specifico, sta ottenendo sempre più favori e adesioni in Italia. Nell’epoca dell’Europa Unita è regolata dal Market in Financial Instruments Directive MiFID, detta anche Direttiva Mifid, il cui compito è rendere il mercato finanziario europeo compatto e efficace. A questo punto, andiamo a esaminare come trasformarsi in un consulente finanziario di successo.
Il primo passo è la preparazione o anche i requisiti necessari per chiedere e ottenere l’iscrizione all’albo dei professionisti. In questo caso è sufficiente avere un diploma di scuola superiore, anche se sarebbe preferibile una laurea in materie economiche e giuridiche. Inoltre, avere anche il requisito d’indipendenza. Questo significa che il professionista deve dichiarare di ricevere degli onorari professionali, anche detti parcelle, solo e esclusivamente dal cliente stesso. Per questo motivo il consulente finanziario viene definito anche fee only.
Stabilito di avere i requisiti necessari, è la volta di partecipare e superare il test ufficiale in argomento economico e giuridico. Per superare questo passo l’European Financial Planning Association, EFPA, organizza dei corsi volti al superamento della prova, visto che si richiede un’ottima conoscenza in tutti i rami dell’economia. Ricordate che le prove si svolgono una volta l’anno e sono a numero chiuso. Inoltre, anche per questa professione, come per altre, esiste un albo professionale a cui iscriversi per esercitare come consulente finanziario indipendente, CFI. Per ottenere l’iscrizione è necessario avere i requisiti di cui abbiamo parlato fino a questo punto, oltre che superare una prova ufficiale volta a valutare l’effettiva competenza del candidato e futuro consulente finanziario. Ricordiamo anche che l’albo è regolamentato dalla CONSOB e dalla Banca d’Italia.
Chiusa la parte dedicata alla preparazione e al conseguimento dei titoli necessari, è la volta di considerare l’apertura della partita IVA. Si tratta, infatti, di un passaggio obbligato per chiunque intenda lavorare come libero professionista. Il secondo obbligo è rappresentato dall’iscrizione all’INPS in Gestione Separata per versare i contributi previdenziali.
Nonostante il sogno di molti futuri consulenti finanziari sia quello di aprire uno studio privato, ci si deve comunque confrontare con alcune difficoltà iniziali. Le prime sono di tipo economico, visto che per avviare un’attività di questo tipo, è necessario un investimento di circa centomila euro. Per questo motivo, nel caso ci si avvicini a questa professione con poca esperienza, si consiglia sempre di appoggiarsi a uno studio avviato. In questo ambiente, infatti, si potrà fare dell’esperienza sul campo usufruendo anche delle conoscenze dei colleghi più preparati. In seguito, poi, si potrà valutare la possibilità di mettersi in proprio. Ricordate, però, che per fare funzionare l’attività e renderla attiva è necessario potere usufruire di un pacchetto clienti con un portafoglio titoli, detto Asset under Management, AuM, di almeno qualche milione di euro, visto che la parcella di un consulente finanziario indipendente si aggira tra lo 0,2% allo 0,5%.
Concludiamo con il prendere in considerazione tre elementi fondamentali che il consulente finanziario deve conoscere del suo cliente. Il primo è rappresentato dal tempo, in modo particolare quello per cui i clienti sono disposti a tenere vincolato un determinato investimento. Il secondo è il capitale, ossia il denaro che si desidera investire. Si termina con la propensione al rischio. In particolare, si deve capire quanto il proprio cliente è disposto a rischiare. Questo perché esistono molti tipi d’investimento. Solo in questo modo qual è la scelta migliore da fare in base alle necessità e richieste del proprio cliente. Ovviamente, più alto è il rischio e più aumenta il potenziale guadagno.