In questa guida spieghiamo come diventare consulente del lavoro.
Attività multidisciplinare per eccellenza, quella del consulente del lavoro è una professione che spazia dagli ambiti giuridici a quelli economici, e che trasforma i professionisti che operano in questo settore in veri e propri esperti del diritto del lavoro, di contabilità collegata agli aspetti lavorali oltre che di materia previdenziale.
Il consulente del lavoro è senza ombra di dubbio una professione affascinante, il professionista che opera in tale settore svolge una attività di supporto delle aziende nell’amministrazione del personale. Nello svolgimento di tale compito, infatti, il consulente del lavoro si occupa sia delle attività più prettamente amministrative, come l’espletamento delle formalità contabili, quindi calcolo delle spettanze di ogni singolo lavoratore, calcolo delle ferie, permessi e congedi che di interfacciarsi con le varie Enti pubblici collegati al mondo del lavoro, come INAIL, INPS e Agenzia delle Entrate. Risulta essere questo che fa, del consulente del lavoro, anche un esperto in tematiche previdenziali. Infine il consulente del lavoro si occupa dell’inquadramento giuridico del lavoratore, consiglia l’azienda sull’adozione di contratti di lavoro adeguati e, al crescere delle dimensioni aziendali, può trovarsi anche a interfacciarsi con le rappresentanze sindacali, sempre comunque nella sua qualità di professionista indipendente.
Per diventare consulente del lavoro si deve ottenere l’iscrizione nell’albo dei consulenti del lavoro, è questa la meta di un percorso di studi che può essere differente per ogni persona, non essendo obbligatoria una specifica laurea. Quanto a diploma di scuole superiori non vi sono requisiti specifici, anche se è chiaramente preferibile il diploma di ragioneria, visto che il consulente del lavoro si occuperà anche proprio della gestione contabile dei lavoratori. In ogni caso il diploma di ragioneria, anche se posseduto, non è sufficiente per ottenere l’iscrizione all’albo. Risulta essere necessario conseguire un titolo universitario in ambito economico o giuridico, quindi economica, giurisprudenza o scienze politiche. Una volta ottenuto il diploma di laurea si dovrà intraprendere un percorso di tirocinio presso un consulente del lavoro iscritto all’albo. Tale tirocinio dovrà avere una durata di 18 mesi e sarà propedeutico all’esame di stato per l’ammissione all’albo dei consulenti del lavoro. Per superare positivamente l’esame di stato, può essere di aiuto frequentare corsi di specializzazione proposti da istituzioni accreditate dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro, il che garantisce la serietà del percorso di studi.
Per quanto riguarda il tirocinio obbligatorio, inoltre, l’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha emesso uno specifico regolamento nel quale vengono definiti obblighi e diritti del tirocinante oltre che gli incarichi di sorveglianza a cui è sottoposto il Consulente del Lavoro presso il quale viene prestata l’attività di tirocinio. Nel regolamento, inoltre, vengono definiti i requisiti per l’ammissione al tirocinio. In ogni caso, ai sensi dell’art. 9 comma 6 del DL 24/01/2012, il tirocinio non può durare più di 18 mesi, periodo oltre il quale si deve iscriversi all’Esame di Stato.
Non si deve ritenere l’esame di stato come la meta del percorso formativo di un consulente del lavoro, la formazione è costante per tutto il periodo di attività del professionista, tanto è che la normativa in materia prevede che ogni consulente del lavoro debba sottoporsi a un costante aggiornamento professionale per rimanere al passo con le evoluzioni del Diritto del Lavoro. Per verificare l’avvenuto adempimento di tale obbligo è richiesto che ogni consulente del lavoro cumuli almeno cinquanta crediti formativi nell’arco di ogni biennio. I crediti formativi si cumulano partecipando a corsi di aggiornamento e altre attività di formazione organizzate dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro.
Diventare consulente del lavoro rappresenta quindi una possibilità interessante.