In questa guida spieghiamo come diventare amministratore di condominio.
Se hai buone doti organizzative e relazionali, potrebbe essere il lavoro giusto per te, soddisfacente sotto ogni punto di vista, da quello umano a quello economico.
Grazie alla recente riforma che ha riguardato la gestione dei condomini, quella dell’amministratore, a differenza che in passato, è divenuta oggi una figura centrale della quale non è più possibile fare a meno: un’ottima occasione e una chance di lavoro in più che sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire.
L’idea ti alletta ma non sai nulla in proposito?
Vuoi sapere cosa si deve fare per diventare amministratore di condominio?
Ti spieghiamo tutto di seguito, non devi far altro che continuare a leggere e, se lo vorrai, mettere in pratica quanto detto.
Innanzitutto, vediamo quali requisiti occorrono per diventare amministratori di condominio.
Essere diplomati ed avere il casellario giudiziario vuoto, sono la base da cui partire, poi bisogna frequentare uno specifico corso di formazione, organizzato da associazioni del settore.
Questi corsi possono avere caratteristiche diverse e durata variabile, alcuni durano solo qualche settimana, ma terminano sempre con una verifica che, in caso di esito positivo, permette di ricevere un attestato che sia prova inconfutabile delle competenze professionali acquisite.
Una precisazione: quella di amministratore di condominio è una attività senza albo, quindi il superamento dell’esame finale funziona da garanzia per i condomini, ma non è un’abilitazione professionale.
Un amministratore di condominio deve inoltre essere dotato, come è evidente, di abili doti organizzative e gestionali, di una certa facilità nella risoluzione dei problemi e di ottime capacità interpersonali.
Quanto costa diventare amministratore di condominio?
Il costo dei corsi non è lo stesso per tutti, ma variabile; alcuni possono giungere a costare anche più di mille euro, ma sono indispensabili per conoscere le basi che serviranno a svolgere nella maniera migliore la professione stessa.
Occorre anche, per fare l’amministratore di condominio, diventare socio di un’associazione specializzata nel settore, una scelta d’obbligo per restare sempre aggiornati sui cambiamenti, spesso repentini, della normativa che regola il settore; la cifra per affiliarsi è variabile, ma corrisponde, più o meno, a circa 100 o 200 euro l’anno.
Potrebbe poi tornare utile un programma gestionale appositamente realizzato per l’amministrazione di un’attività condominiale: in questo caso la cifra da spendere può variare da poche decine di euro fino a più di 400 per i modelli più articolati e sofisticati. Anche una somma per l’attività promozionale deve essere messa in conto, oltre a quelle per la logistica, in quanto l’amministratore può trovarsi a dover gestire condomini anche molto distanti l’uno dall’altro e dalla propria abitazione.
Quanto si può guadagnare svolgendo la professione di amministratore di condominio?
Amministrare uno stabile di dimensioni medie può far guadagnare dai 100 ai 220 euro al mese, al lordo delle tasse. Una cifra indiscutibilmente esigua, ragione per cui un amministratore di condominio deve essere bravo a sapere gestire più stabili contemporaneamente. Sempre escluse le tasse, se un amministratore è capace di seguire 20 condomini può guadagnare anche più di quattromila euro al mese. Una valida alternativa può essere quella di associarsi ad altri professionisti del settore, per spartirsi le spese e rendere più efficace il reperimento dei clienti e la gestione dei condomini.
La normativa vigente in materia prevede che il professionista debba essere titolare di Partita Iva, oltre che avere una conoscenza completa della norme sulla gestione degli stabili, che hanno subito di recente molti cambiamenti.
In proposito, la Legge n. 220 dell’11 dicembre 2012 ha di fatto sancito l’obbligo per i residenti di un condominio di dotarsi di una figura che gestisca la struttura; inoltre, gli stabili con più di otto condomini devono obbligatoriamente dotarsi di un amministratore condominiale.
In tutti gli altri casi, sempre su delibera dell’assemblea di condominio, si può decidere di fare a meno di questa figura.
Anche se ci sono interpretazioni differenti, la Legge n. 220, stando all’opinione della maggioranza dei giuristi e dei commercialisti, di fatto prevede sempre, o consiglia vivamente, la presenza di un amministratore di condominio.
Il lavoro di amministratore di condominio si può svolgere anche in franchising.
Dopo avere seguito un corso di formazione specifico, l’amministratore riceverà un parco clienti predefinito ed avrà al tempo stesso la possibilità di cercarne di nuovi.
La cifra da spendere, anche in questo caso, è variabile, ma sempre abbordabile; il franchising potrebbe essere la soluzione giusta cui affidarsi, soprattutto in cui ci si affacci per la prima volti nel settore.
In conclusione, in una modalità o nell’altra, se si hanno i requisiti giusti, intraprendere la professione di amministratore di condominio potrebbe rappresentare una svolta interesante, soprattutto in un periodo di grandi difficoltà nel mondo del lavoro come quello attuale.
Diventare amministratore di condominio è quindi una possibilità da considerare.