Dopo qualche tempo dal proprio ingresso in un’azienda, arriva il momento in cui chiedere un aumento di stipendio diventa istintivo, se non necessario, non solo per motivi economici ma anche per rispondere ad un desiderio di soddisfazione personale. Purtroppo, ottenere l’incremento della propria retribuzione non è così facile, così come è ugualmente complicato avanzare la relativa richiesta.
Una richiesta che, peraltro, è molto importante, poiché non è raro che il datore di lavoro riconosca positivamente il coraggio di chi decide di chiedere un aumento. Tuttavia, per avere qualche probabilità di successo, occorre studiare il momento, il tono e le parole, sapersi vendere con eleganza e non apparire troppo pretenziosi. Ovviamente, nonostante tutte le precauzioni, non è da escludersi che l’aumento di stipendio venga rifiutato.
Prima di tutto, quando si decide di chiedere un aumento, è molto importante esprimersi con professionalità ed educazione, rivolgendo la richiesta al proprio datore di lavoro, al responsabile o al dirigente di riferimento, come se si trattasse di un potenziale acquirente al quale proporre un servizio. Un aumento di stipendio per un’azienda costituisce un investimento e deve essere motivato da validi argomenti, raramente viene concesso senza la certezza di un sicuro vantaggio, ad esempio una migliore qualità delle prestazioni o maggiori responsabilità. In una richiesta di aumento occorre valorizzare il più possibile i propri punti di forza, le proprie competenze e la capacità di apportare utili innovazioni all’azienda.
Esprimere una richiesta in modo aggressivo, quasi in forma di reclamo o addirittura di ricatto, intimando magari l’intenzione di lasciare l’azienda, non è certo la base ideale dalla quale partire, e spesso è la causa di una negazione.
Un’altra strategia da evitare è quella di compararsi con i colleghi, con l’intenzione di attribuire maggiore valore al proprio modo di lavorare o alla propria posizione, si tratta di un comportamento che non produce alcun risultato se non quello di compromettere seriamente i rapporti con gli altri lavoratori e con l’azienda stessa. Criticare il lavoro degli altri è controproducente e comporta una perdita di fiducia e di credibilità da parte dei colleghi e dei responsabili.
Il momento più adatto per una richiesta di aumento corrisponde ad un cambiamento imposto dall’azienda stessa, magari il trasferimento ad un’altra sede o l’assegnazione ad un compito impegnativo. Nel chiedere un aumento non si deve avere fretta e, se l’impressione è quella che non sia il momento giusto, è meglio rimandare. I momenti di difficoltà economica, le giornate problematiche, i periodi impegnativi a causa delle scadenze da rispettare sono assolutamente da evitare. Un’idea utile può essere quella di avanzare la propria richiesta al venerdì o prima di un periodo di festività, in modo che il proprio capo o dirigente abbia tempo per riflettere. Si raccomanda, naturalmente, di non inoltrare mai questo tipo di richiesta in maniera troppo informale, ad esempio durante il lavoro o in una pausa caffè: la soluzione ideale è quella di chiedere un appuntamento.
Un aumento di stipendio, mediamente, può consistere in una maggiorazione del 10%, tuttavia si può osare anche un 15%, o accettare un aumento del 5%. Richieste troppo elevate non solo non verranno prese in considerazione, ma rischiano di compromettere seriamente l’esito. Per evitare pretese non adeguate, si consiglia anche di fare un confronto con il settore di mercato di riferimento, verificando se, in relazione alla propria qualifica, la retribuzione, gli avanzamenti e le promozioni siano allineati e tenendo conto anche della regione geografica, che spesso incide anche sul costo del lavoro.
Non è detto che una richiesta di aumento riceva una risposta positiva. Anzi, al contrario, è molto più facile che si riceva una risposta vaga, un invito ad attendere periodi migliori o a dimostrare con più determinazione le proprie capacità e competenze, o addirittura un rifiuto secco. Questo non significa che non sia possibile cercare di convincere il datore di lavoro ad accettare, almeno in parte, la propria proposta.
Un modo per rendere la richiesta di aumento più motivata e valida è quello di proporre un periodo di prova, impegnandosi a sostenere maggiori responsabilità o a raggiungere determinati obiettivi, al fine di dimostrare la propria competenza e il contributo nell’incrementare la produttività aziendale.
In alcuni casi può essere utile anche un minimo di contrattazione, accettando un compenso sostitutivo, frequentemente le aziende non sono disposte ad aumentare gli stipendi, ma offrono incentivi di vario genere, permessi speciali, buoni spesa o benzina, viaggi, la disponibilità di un’auto e così via.
Spesso il rifiuto di un aumento non corrisponde ad una volontà negativa da parte dell’azienda di riconoscere i propri meriti professionali, ma da motivi di budget o da altri progetti e investimenti in corso. In questo caso, è sufficiente aspettare qualche tempo per raggiungere l’obiettivo desiderato, se un datore di lavoro conosce il valore dei propri dipendenti, difficilmente rifiuterà per due volte consecutive.
Infine se, nonostante tutti gli sforzi, anche dopo avere effettivamente contribuito al benessere aziendale, la risposta fosse ancora un no, allora forse è davvero giunto il momento di cambiare lavoro.