In questa guida spieghiamo come diventare commercialista.
Per addentrarsi nella professione nel modo migliore, infatti, bisogna compiere dei passi precisi. Prima di addentrarci nella spiegazione dettagliata di tutta la procedura, però, iniziamo con lo spiegare esattamente in cosa consiste la figura professionale del fiscalista o commercialista. Per prima cosa si può affermare che i commercialisti rientrano nel gruppo dei liberi professionisti e devono essere necessariamente iscritti all’albo dei Dottori Commercialisti. Le attività del commercialista consistono nel tenere la contabilità, il fisco, l’amministrazione d’impresa, oltre a valutare e analizzare una start up e gestire le dichiarazioni dei redditi di persone fisiche.
Detto questo, iniziamo con l’analizzare il primo passo necessario per accedere alla professione. Stiamo parlando della laurea specialistica. In modo particolare ci si riferisce al conseguimento della laurea magistrale in economia o gestione aziendale. Tutti gli esami di una laurea magistrale in economia si possono suddividere in tre categorie, Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari, Economia e Management e Scienze Economiche. A questo punto sta all’interesse personale e alla predisposizione di cui abbiamo parlato all’inizio scegliere il giusto indirizzo per voi.
Una volta conseguita la laurea, risultato che non è sicuramente facile ottenere ma che richiede una dose importante di impegno e concentrazione, vista soprattutto la materia trattata in cui non c’è molto spazio per interpretazione e improvvisazione, è la volta del praticantato. Il tirocinio professionale è solitamente caratterizzato dal duro lavoro e da una retribuzione economica non particolarmente soddisfacente. Nonostante questo, però, si tratta di un passaggio obbligatorio per accedere all’esame di stato. Secondo le norme previste per questo passo, il tirocinante deve fare esperienza lavorativa per almeno diciotto mesi presso uno studio o un singolo commercialista. Nel caso di un esperto contabile, invece, sono previsti cinque anni prima di accedere all’esame. Inoltre, l’apprendista, per svolgere il Tirocinio Professionale, deve iscriversi al Registro Tirocinanti regolamentato dall’ordine territoriale che vige sull’effettivo svolgimento dello stage.
A questo punto si è arrivati all’esame di stato. Ricapitolando, per accedere a questo serve una laurea nelle classi LM-56, LM-77, 64/S, 84/S con, in più, un tirocinio di una durata totale di diciotto mesi sempre che almeno un anno sia svolto dopo il conseguimento della laurea magistrale. Per prepararsi a questa prova e superarla, è consigliabile studiare ed esercitarsi su dei testi appositamente pubblicati per questo scopo.
Prima di arrivare a questo punto, però, è necessario capire quale tipo di commercialista si intende diventare. Può sembrare una puntualizzazione particolare ma, in effetti, esistono due diversi tipi di commercialisti iscritti all’albo. Il primo è quello compreso nella Sezione A. In questa categoria rientrano i dottori commercialisti in possesso di una laurea magistrale e un tirocinio di almeno diciotto mesi in uno studio commercialista già iscritto all’albo stesso. Nel secondo gruppo, detto Sezione B, rientrano i contabili esperti in possesso di una laurea triennale, in gestione aziendale o scienze economiche, più un tirocinio necessario.
Una volta superato l’Esame di Stato e avere raggiunto l’ambita iscrizione all’albo, un commercialista ha due possibilità. La prima prevede l’opportunità di entrare a fare parte di uno studio prestigioso con un certo numero di professionisti al suo interno. La seconda, invece, considera il sogno ambizioso di mettersi in proprio, aprendo un’attività indipendente. Se siete tra chi desidera gestire la propria attività in autonomia, dovete conoscere alcuni particolari. Iniziamo con il precisare che aprire uno studio di commercialista rappresenta un impegno economico piuttosto importante. Nello specifico ci riferiamo a un investimento iniziale che può andare da un minimo di cinquantamila euro a un massimo di centomila euro. Per evitare di impiegare male i propri fondi, è necessario concentrarsi sulla realizzazione di un business plan, grazie al quale verificare la fattibilità e convenienza dell’avviamento dell’impresa dal punto di vista economico e tecnico. In più, questo progetto d’impresa è molto utile perché può convincere i possibili finanziatori a accettare di offrire un finanziamento.
Un ultimo, anche se fondamentale, passaggio è l’apertura della partita IVA per avviare una propria impresa come libero professionista. Questi passi burocratici, però, non definiscono la fine degli impegni per diventare un ottimo professionista degno di una clientela numerosa e costante. Un segreto per ottenere il successo è, in modo particolare, la specializzazione. Questo significa che, nonostante abbiate conseguito tutti i titoli necessari per praticare la libera professione, è sempre consigliabile continuare a studiare materie correlate a quella principale come, per esempio, diritto privato e commerciale.
Diventare commercialista rappresenta quindi una possibilità molto interessante.