L’outplacement è un servizio del quale si occupano alcune aziende autorizzate dal Ministero del Lavoro, al fine di favorire il ricollocamento dei dipendenti licenziati da un’azienda per motivi di esubero, di ristrutturazione interna, di riduzione del personale o altro. Si tratta di un sistema creato negli Stati Uniti, successivamente importato anche in Italia, e che comporta diversi vantaggi, tra i quali la possibilità di risolvere le controversie tra i dipendenti e il datore di lavoro prima di arrivare in tribunale.
Quando un’azienda decide di rivolgersi ad un servizio di outplacement, significa che intende tutelare i propri dipendenti anche se costretta a licenziarli, evitando inoltre di creare situazioni spiacevoli e mantenendo un’immagine professionale e positiva. Contemporaneamente, i dipendenti non vengono abbandonati al loro destino, ma hanno a disposizione una serie di strumenti mirati a favorire il loro reinserimento lavorativo. Sostanzialmente, il compito del consulente di outplacement è quello di valorizzare i punti di forza dei lavoratori, offrendo loro un percorso di orientamento finalizzato al reinserimento sul mercato del lavoro, un supporto e un’assistenza completa per quanto riguarda la normativa previdenziale e fiscale. In alcuni casi, l’outplacement può riguardare anche i liberi professionisti.
L’attivazione del servizio di outplacement avviene da parte dell’azienda stessa, nel momento in cui si vede costretta, per ragioni economiche o produttive, a licenziare un gruppo di lavoratori. Il primo passo consiste nel rivolgersi ad una società di consulenza specializzata e riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, secondo quanto previsto dal ddl 276/2003 per l’attività di supporto alla ricollocazione professionale. I dipendenti coinvolti nel progetto devono essere stati licenziati esclusivamente per cause indipendenti dalla propria volontà, e non per giusta causa, quale può essere un comportamento eticamente scorretto, e devono trovarsi nella necessità di ottenere rapidamente un nuovo posto di lavoro.
I consulenti addetti al servizio di outplacement, in base a quanto previsto dalle norme legislative, provvedono come prima cosa ad analizzare le competenze tecniche e professionali e le caratteristiche personali di ogni lavoratore, ed elaborano una strategia su misura per ognuno, finalizzata al raggiungimento dei propri obiettivi professionali. Ogni lavoratore viene supportato in tutte le fasi che riguardano la ricerca di una nuova occupazione, dalla stesura del curriculum e della lettera motivazionale alla scelta delle aziende a cui presentarsi, ai metodi per affrontare il colloquio, organizzando un piano personalizzato con una verifica periodica dei risultati. I professionisti che offrono questo servizio sono in grado di comprendere e analizzare le attitudini, il background e le competenze dei lavoratori, e di consigliarli verso la scelta migliore perché possano ricollocarsi nel mondo del lavoro rapidamente e con la massima soddisfazione.
L’outplacement può essere individuale o collettivo.
L’outplacement individuale prevede un accordo tra il singolo dipendente e l’azienda e, dopo la stesura di un piano di ricollocamento dettagliato, si suddivide in quattro fasi, la prima consiste in una valutazione delle competenze del lavoratore, analizzandone i punti di forza e offrendo un supporto psicologico e motivazionale, la seconda permette di individuare le aspirazioni e gli obiettivi del lavoratore e confrontarli con le esigenze del mercato del lavoro, la terza è la fase di coaching, finalizzata a correggere tutte quelle imperfezioni che possono ostacolare il reinserimento occupazionale, lavorando sulla motivazione e sulle potenzialità del lavoratore e sviluppandone l’autostima, in modo che sia in grado di proporsi in maniera adeguata. Dopo il perfezionamento del curriculum, la fase conclusiva è il confronto con il mercato, durante il quale il lavoratore scoprirà anche i numerosi canali di comunicazione da attivare durante la ricerca.
L’outplacement collettivo consiste in un accordo tra i sindacati e l’azienda, il cui intento è quello di ricollocare i lavoratori licenziati. In questo caso, sono previste due fasi, un’analisi della situazione aziendale, per comprendere le cause che hanno portato l’azienda alla decisione dei licenziamenti e per elaborare un progetto specifico, al quale seguiranno i colloqui individuali con i dipendenti, e una seconda fase di presentazione del progetto ai lavoratori, per informarli sulla situazione aziendale e sulle operazioni di riorganizzazione, con la possibilità, da parte loro, di aderire o meno all’iniziativa di ricollocamento.
Per un’azienda, il servizio di outplacement offre un vantaggio economico, visto che può essere offerto ai lavoratori come buonuscita alternativa ad un importo in denaro, ed è inoltre utile ad evitare le controversie sindacali dovute ai licenziamenti, considerando che l’azienda si impegna a sostenere la spesa dell’intero progetto di ricollocamento. Per i lavoratori è uno strumento valido per scoprire le proprie potenzialità, per valutare con precisione le proprie competenze, per imparare a proporsi in maniera efficace sul mercato del lavoro, e per disporre di un supporto tecnico e psicologico, in modo da affrontare il ricollocamento con tranquillità e ottimismo.