Il lavoro accessorio, detto anche lavoro occasionale accessorio, è un particolare tipo di prestazione lavorativa introdotta in Italia nel 2003 con la Legge Biagi, che non richiede la presenza di un contratto di lavoro subordinato. L’intento di questa formula è quello di regolamentare quelle prestazioni definite, appunto, accessorie e di carattere saltuario, per cui impossibili da vincolare tramite un contratto ma allo stesso tempo non rapportabili ad una prestazione di lavoro autonomo.
In origine, il lavoro accessorio era stato concepito per offrire una possibilità di occupazione temporanea a quei soggetti che si trovassero in situazioni difficili, per esempio disoccupati non ancora entrati nel mondo del lavoro o con serio rischio di non poterne fare più parte. Gli ambiti professionali di riferimento riguardavano soprattutto i lavori domestici o di insegnamento privato, successivamente le diverse integrazioni e modifiche legislative hanno esteso la possibilità di usufruire di questa forma di prestazione lavorativa a tutti i settori.
Inoltre, dal 2015 non sono più previsti limiti di carattere temporale ma semplicemente di reddito, a differenza del lavoro occasionale, che non può superare i 30 giorni lavorativi nel periodo di un anno.
Caratteristiche del Lavoro Accessorio
La caratteristica principale del lavoro accessorio è costituita dai suoi limiti economici. Nel periodo di un anno la somma di tutte le prestazioni accessorie all’interno di un’azienda non deve superare il valore di settemila euro netti , circa 9300 lordi, e, per le imprese e i liberi professionisti, il limite di duemila euro per ogni lavoratore. L’osservanza di queste restrizioni deve essere verificata dal datore di lavoro.
La retribuzione avviene con il sistema dei voucher, le limitazioni economiche sono finalizzate ad evitare che si utilizzino i voucher come alternativa ad un contratto a tempo indeterminato o ad una prestazione di lavoro a chiamata.
Il lavoro accessorio riguarda sostanzialmente tutte quelle prestazioni e collaborazioni lavorative che non corrispondono ad alcuna delle formule convenzionali esistenti, quali possono essere l’apprendistato, il lavoro a tempo determinato, il contratto a tutele crescenti o il lavoro a chiamata. Risulta essere considerata quindi una prestazione totalmente differente sia da un rapporto subordinato che dal lavoro autonomo.
L’introduzione del lavoro accessorio ha eliminato il contratto a progetto, il quale era limitato a situazioni di collaborazione occasionale nel contesto, appunto, di un progetto specifico. Diversamente, il lavoro accessorio riguarda qualsiasi genere di attività e di ruolo all’interno di un contesto produttivo.
Risulta essere possibile ricorrere a questa formula di collaborazione anche per le aziende del settore pubblico, ovviamente senza superare i costi per il personale previsti dalla legge.
In passato, le prestazioni di lavoro accessorio venivano retribuite tramite i voucher lavoro, un sistema oggetto di molte contestazioni e quindi modificato dopo il 31 gennaio 2017.
Attualmente il sistema dei voucher viene regolamentato dalla comunicazione Inps obbligatoria preventiva, finalizzata a limitare questa formula lavorativa e ad evitarne gli abusi. L’Inps oggi impone sia ai datori di lavoro che si avvalgono di prestazioni accessorie sia agli stessi lavoratori di seguire una specifica procedura di tracciabilità.
I committenti sono obbligati a comunicare preventivamente all’Inps l’intenzione di avvalersi del sistema dei voucher mentre i prestatori d’opera devono registrarsi al portale telematico Inps sia per svolgere il proprio lavoro che per ricevere la retribuzione.
Accesso al Lavoro Accessorio
Non tutti possono usufruire di questa modalità di impiego. Il lavoro accessorio riguarda essenzialmente
-Studenti di età inferiore ai 25 anni nei periodi in cui la prestazione lavorativa non influisca negativamente sul rendimento scolastico.
-Giovani minorenni di età superiore ai 16 anni.
-Disoccupati, cassaintegrati e percettori di altre indennità.
-Lavoratori part time.
-Extracomunitari con permesso di soggiorno.
Cosa Sono i Voucher
I voucher sono buoni lavoro che includono, in aggiunta alla retribuzione, i contributi gestione separata Inps e l’assicurazione Inail, esenti da imposte poiché il lavoro accessorio non prevede tassazioni.
Un datore di lavoro che necessiti di avvalersi di uno o più collaboratori reclutati con il metodo del lavoro accessorio deve acquistare i voucher, il cui valore è di 10 euro ognuno, di cui 7,5 euro costituiscono la retribuzione e 2,5 i versamenti Inps e Inail.
I voucher possono essere acquistati sul sito Inps o presso le sedi locali e in alcune banche e tabaccherie convenzionate. Gli uffici postali abilitati dispongono solo di alcune specifiche tipologie di voucher.
Dopo avere acquistati i voucher, il datore di lavoro deve avvisare la Direzione Territoriale del Lavoro e l’Inps riguardo alla data di inizio della collaborazione. La comunicazione alla DTL può avvenire via email, sms o procedura online, mentre le modalità di interazione con l’Inps dipendono dal metodo di acquisto del voucher.
Chi svolge un periodo di lavoro accessorio per riscuotere l’importo del voucher ha a disposizione diversi metodi, in relazione alle modalità con cui è stato originariamente acquistato
-I voucher telematici si riscuotono tramite procedura online Inps o bonifico in posta.
-I voucher acquistati presso l’Inps o possono essere riscossi negli uffici postali.
-I voucher acquistati in posta o in tabaccheria si riscuotono presso uffici postali e tabaccherie autorizzate.
-I voucher acquistati in banca si riscuotono presso gli istituti bancari dello stesso circuito.
Il Decreto Dignità del 2018 ha apportato una serie di modifiche alle regole del lavoro accessorio sia per i prestatori d’opera che per i datori di lavoro.
Una modifica importante riguarda la possibilità per i lavoratori di autocertificare la propria situazione in relazione al massimale di 5000 euro annue. In sostanza, ai lavoratori che si trovino in alcune condizioni particolari, disoccupati, percettori di reddito di inclusione o altre misure di sostegno del reddito, i compensi vengono calcolati al 75%. La novità prevede che il lavoratore possa autocertificare la propria condizione tramite la piattaforma Inps.
Per quanto riguarda il settore agricolo, i lavoratori sono obbligati ad autocertificare la non iscrizione relativa all’anno precedente negli elenchi dei lavoratori a tempo determinato.
Il divieto di ricorrere al lavoro occasionale per le aziende che dispongono di oltre cinque dipendenti a tempo indeterminato non viene applicato al settore alberghiero e turistico nel caso in cui siano presenti un massimo di otto dipendenti e il datore di lavoro ricorra ai soggetti i cui compensi vengono calcolati al 75%: disoccupati, studenti, pensionati e percettori di prestazioni di sostegno del reddito.
Le nuove norme prevedono che le imprese del settore agricolo, turistico e gli enti locali debbano comunicare all’Inps la data di inizio della prestazione accessoria e il numero di ore presunto con almeno un’ora di preavviso, successivamente la prestazione dovrà svolgersi nell’arco di dieci giorni rispetto a quanto comunicato.
Vantaggi del Lavoro Accessorio
Un vantaggio del lavoro accessorio è dovuto indubbiamente alla copertura assicurativa Inail e al versamento dei contributi Inps, che nelle precedenti forme di lavoro occasionale non erano previsti.
Questo permette al datore di lavoro di poter usufruire di una prestazione temporanea e saltuaria nel pieno rispetto della legge, mentre i lavoratori possono non solo ottenere un compenso adeguato e proporzionato al periodo di attività, ma anche integrare il versamento contributivo.
Ovviamente, i contributi gestione separata Inps sono validi ai fini pensionistici, ma non permettono di usufruire di indennità di malattia, maternità o disoccupazione.
Il lavoro accessorio permette anche ad alcuni soggetti che si trovano in situazioni di disagio sociale di usufruire di un’opportunità per reinserirsi gradualmente nel mondo del lavoro.